Qualcosa che è accaduto.

Alessandro Fusacchia
3 min readJul 29, 2021
Roberto Calasso (1941–2021)

Testo dell’intervento fatto alla Camera dei deputati in ricordo di Roberto Calasso, 29 luglio 2021.

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Ho chiesto la parola Presidente, perché si è spento poche ore fa, a 80 anni, Roberto Calasso, tra i più grandi intellettuali dell’ultimo mezzo secolo.

Autore, editore. Un solitario capace non solo di cultura, ma di questa arte sempre più rara che è la cura. Un “palombaro astronauta”, come lo hanno definito Andrea Colamedici e Maura Gancitano di Tlon, “capace di esplorare vette a abissi dell’umano per consegnarne tesori e orrori lavorati alla sua comunità di lettori”.

Ci sono degli Adelphi che hanno fatto ciò che sono: tutti i romanzi di Milan Kundera letti all’università. E più di recente Limonov di Emmanuel Carrère, o Contro-passato prossimo di Guido Morselli, o Friedrich Dürrenmatt, o Thomas Bernard.

Libri unici, Presidente.

Intervengo perché quest’Aula possa mandare un pensiero ai familiari, agli amici, ai collaboratori di Calasso, e perché questo piccolo gesto aiuti tutte le italiani e gli italiani a capire la perdita che oggi tutto il nostro Paese subisce.

Mi piace ricordare Calasso, Presidente, con questo saluto che non può non essere intimo e personale, non citando pezzi di una biografia ineguagliabile, e usando invece alcune parole sue, che dicono così tanto non sul passato, ma sul futuro, su ciò che abbiamo tutti, da oggi, il dovere di preservare.

All’inizio si parlava di libri unici. Adelphi non aveva ancora trovato il suo nome. C’erano solo pochi dati sicuri: l’edizione critica di Nietzsche, che bastava da sola a orientare tutto il resto. E poi una collana di Classici, impostata su criteri non poco ambiziosi: fare bene quello che in precedenza era stato fatto meno bene e fare per la prima volta quello che prima era stato ignorato. (…).

Per Bazlen, che aveva una velocità mentale come non ho più incontrato, l’edizione critica di Nietzsche era quasi una giusta ovvietà. Da che cosa si sarebbe potuto cominciare altrimenti? In Italia dominava ancora una cultura dove l’epiteto irrazionale implicava la più severa condanna. E capostipite di ogni irrazionale non poteva che essere Nietzsche. Per il resto, sotto l’etichetta di quell’incongrua parola, disutile al pensiero, si trovava di tutto. E si trovava anche una vasta parte dell’essenziale.

Che cos’è un libro unico? L’esempio più eloquente, ancora una volta, è il numero 1 della Biblioteca: L’altra parte di Alfred Kubin. Unico romanzo di un non-romanziere. Libro che si legge come entrando e permanendo in una allucinazione possente. Libro che fu scritto all’interno di un delirio durato tre mesi. Nulla di simile, nella vita di Kubin, prima di quel momento; nulla di simile dopo. Il romanzo coincide perfettamente con qualcosa che è accaduto, un’unica volta, all’autore. (…) In definitiva: libro unico è quello dove subito si riconosce che all’autore è accaduto qualcosa e quel qualcosa ha finito per depositarsi in uno scritto.”

Queste parole di Calasso, Presidente, parlano di romanzi, di libri, ma parlano anzitutto di accadimenti, di ciò che accade o non accade, nella vita di ciascuno di noi.

Sono un inno alla vita, alla lotta, al coraggio, a far succedere ciò che non è successo ancora, a fare ciò che è senza precedenti.

Grazie Roberto Calasso, per averci aiutato ad arrivare fino a qui.

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Alessandro Fusacchia

Vice Presidente per l'Impatto Sociale di Translated. Curatore del Festival del Pensiero Contemporaneo (Piacenza) e della Pratolungo Unconference (Rieti).