Non ho nessuna intenzione
Era difficile per il Presidente della Repubblica fare meglio di così.
Ed era difficile per i partiti fare peggio.
Salvo improbabili sorprese — che i partiti facciano nei prossimi due mesi quello che non sono riusciti a fare negli ultimi due — si voterà presto: forse non a luglio, e forse neppure a febbraio. Diciamo all’inizio dell’autunno.
Vedo quattro conseguenze nefaste del punto a cui siamo arrivati (l’ordine di importanza decidetelo voi, il mix è comunque micidiale):
1/ una instabilità generale che si protrae e frena i consumi (anche nel caso in cui si riesca a disinnescare l’aumento dell’IVA) e aumenta l’avversione al rischio, impedendo la crescita e scoraggiando l’imprenditorialità.
Un Paese che perde speranza.
2/ la totale incapacità dell’Italia di influenzare le decisioni europee che la riguardano e che avranno un impatto sugli italiani per più anni a venire.
Un Paese che perde opportunità.
3/ un nuovo governo (che abbia la fiducia o meno, stiamo comunque parlando di pochi mesi) che pure se fatto di luminari, scienziati, astronauti e premi Nobel impiegherà più tempo di quello che resterà in carica per capire come sono fatti e funzionano i ministeri e come contrastare le buone pratiche fatte di piccoli cabotaggi, grandi favori, e assoluta cautela che molti alti funzionari esercitano quando la politica è debole o manca del tutto. Scordiamoci misure che non siano marginali o gattopardesche.
Un Paese che perde incisività.
4/ una quasi-certa impossibilità per tante forze politiche di ripresentarsi alle elezioni ed ampliare così l’offerta elettorale, considerato che a tutti — tranne M5S, PD e Centrodestra — servirà raccogliere 50 mila firme con gli stessi limiti della volta precedente.
Un Paese che perde democrazia.
Alla luce di ciò, c’è ancora qualcuno che pensa che siano davvero loro a promuovere il primato della politica? Che siano davvero loro a difendere l’interesse nazionale?
Torniamo ad inventarci qualcosa.
Rapidamente.
Fuori da ogni autoreferenzialità.
Parlando e mettendoci al lavoro con chi ci ha già sostenuto, con chi è pronto ad impegnarsi, con chi come noi sta cercando altri compagni di strada per un progetto politico che abbia fame di nuove opportunità per i cittadini, non che sia sazio di rendite per chi li rappresenta; che guardi al futuro da costruire e non al passato da manutenere.