Mi chiamo Lara e parlo tutte le lingue del mondo
Uno degli sviluppi più interessanti e promettenti dell’IA generativa riguarda le lingue e la possibilità di capirsi tra culture e persone diverse.
Non è un caso: se esiste ChatGPT è perché per tanti anni si è fatta ricerca sulla machine translation, vale a dire sulla capacità delle macchine di tradurre automaticamente. Oggi nuove ricerche e modelli costruiti sui Large Language Models (LLMs) stanno consentendo di raggiungere livelli di qualità senza precedenti.
E tutto porta a ipotizzare che in un prossimo futuro le macchine sapranno tradurre come i migliori traduttori umani.
Tutto questo apre domande enormi sulle possibilità che ciò offrirà a un mondo che dalla Torre di Babele in poi dà per scontata l’incomunicabilità tra esseri umani e ha lavorato nel corso dei secoli per sviluppare al massimo lingue franche — al servizio, al più, di chi viaggiava e commerciava — , e che non si è mai chiesta come potremmo progredire se nel quotidiano non avessimo più barriere e fossimo in grado di accedere alla conoscenza del resto del mondo senza intermediazioni linguistiche (e quindi culturali).
Su tutto questo Translated lavora da 25 anni, mettendo insieme IA e traduttori umani. È ed arrivata — dopo un lavoro intensissimo di mesi –a un modello di traduzione che fa fare un “salto di specie” a tutto quello che avevamo conosciuto finora.
Ricorrendo a dati di altissima qualità collezionati in tanti anni e sviluppando un algoritmo che si basa sul meccanismo della chain-of-thought, è nata Lara, un modello di traduzione che “ragiona” capendo il contesto e riconoscendo le ambiguità, e che è stato presentato lo scorso 4 novembre. Per il momento è disponibile in 10 lingue, presto ne arriveranno tante altre. È il tool più avanzato al mondo, per una volta fatto da una azienda italiana/europea che dimostra di poter competere con grandi colossi americani (e non solo).
Da dove arriva il nome Lara?
Da un sogno universale raccontato in questo cortometraggio qui.
Per saperne di più sul modello di traduzione Lara, si può rivedere l’evento del 4 novembre.
Per cominciare ad usarlo, basta cliccare qui.
Quanto potente è Lara?
Lo mostrano i due grafici a seguire.
Il primo è una misurazione che usa come parametro il numero di errori per mille parole, e che quindi come tutte le misurazioni ha i suoi limiti. Ma penso renda comunque bene l’idea del punto a cui siamo arrivati.
Il secondo grafico è comparativo, e mostra come si posiziona Lara rispetto ad altri prodotti al momento più popolari.
Sempre il 4 novembre è stato annunciato un accordo di ricerca tra Translated e Cineca, il grande consorzio pubblico tra i leader mondiali nel supercalcolo. Attenzione: solo in pochi si sono accorti finora del potenziale rivoluzionario che questo accordo potrebbe presto avere.
Con Cineca, Translated sta allenando la sua migliore tecnologia per arrivare nel 2025 a un modello ancora più avanzato di Lara. E la grande notizia di interesse generale è che, in virtù di questo accordo, il modello italiano-inglese e inglese-italiano verrà rilasciato gratuitamente, ‘open source’ e ‘open weights’. Chiunque potrà prenderlo e usarlo!
Immaginate cosa potranno fare anche solo le Pubbliche Amministrazioni italiane, o le università e i centri di ricerca, avendo a disposizione il miglior traduttore al mondo per tradurre dall’italiano all’inglese e viceversa.
Tutto questo ci impone una riflessione più ampia.
Cosa succede se davvero siamo vicini al momento in cui le persone potranno “capire e farsi capire nella propria lingua”?
Cosa potremo fare domani, di impensabile fino a ieri, avendo tutto questo a disposizione? Quali sono le opportunità di comunicazione che si aprono? Siamo capaci di visualizzare tutti i benefici e di gestire i potenziali effetti indesiderati?
Chiaramente una traduzione di ottima qualità, istantanea e pressoché gratuita non arriverà subito per tutte le combinazioni linguistiche. In alcuni casi sarà questioni di mesi, per altre serviranno ancora anni. Ma la domanda resta: che cosa “sblocca” questa nuova possibilità per l’umanità? Che livello di collaborazione potrebbe facilitare all’interno di singoli Paesi e comunità e tra Paesi e culture diverse? Siamo pronti per tutto questo? Oppure la tecnologia è pronta e noi no? Nel senso che la tecnologia è più avanzata della nostra capacità di capirla, padroneggiarla, usarla per scopi utili e benefici.
Immaginiamo la possibilità di un traduttore vocale istantaneo che permetta a uno straniero che magari ha appena fatto un incidente di essere capito in un pronto soccorso. O agli studenti di una scuola di una piccola provincia italiana di collegarsi per una lezione congiunta con gli studenti di una scuola in un altro continente.
La verità è che ieri avevamo bisogno di parlare in altre lingue solo se stavamo lontano da casa nostra, magari all’estero. Mentre oggi sentiamo che mancherà un senso di giustizia globale se non permetteremo a tutte e tutti, ognuno/a da casa propria, di accedere alle informazioni e alla conoscenza — e di avere scambi con altre persone lontane — nella lingua che ciascuno/a conosce meglio.
È un tema gigantesco, a cui ho deciso di dedicare la parte più consistente del mio tempo, della mia attenzione, del mio lavoro in questi anni. Come Translated useremo sempre di più gli strumenti di comprensione e divulgazione che già abbiamo — in primis Imminent — e altri che costruiremo in un prossimo futuro, per raccogliere le migliori riflessioni e provare a capire dove (e con chi) possiamo e vogliamo andare.