La scuola nell’ultimo DPCM: quello che (non) ho capito io

Alessandro Fusacchia
3 min readNov 7, 2020
Salvador Dalí, Il cavaliere presso la torre, 1932

Intervento in Aula in occasione dell’informativa del Ministro della Salute Roberto Speranza, 6 novembre 2020.

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Grazie, Presidente.

Ho alcune domande a cui spero il Governo vorrà rispondere nelle prossime ore.

Servono risposte e spiegazioni. Perché là fuori c’è disorientamento, e il disorientamento genera incertezza, l’incertezza preoccupazione, e la preoccupazione tensione.

1 Anzitutto, Ministro, una parte del Paese non ha ancora capito perché si possa continuare ad andare a messa, ma non si possa più andare a teatro. Che differenza c’è, se in entrambi i casi i luoghi sono chiusi, con posti a sedere distanziati, e con spettacoli di durata comparabile.

Il Governo ritiene che gli artisti siano meno bravi dei parroci a far rispettare le regole?

2 Il trasporto pubblico locale non ha funzionato e la cosa più facile che siamo riusciti a fare è stata scaricare la colpa sugli adolescenti che prendono bus, tram o metropolitana per andare a scuola. Anche per questo è stata imposta la DAD al 100% in tutte le superiori d’Italia.

Il Governo ritiene che davvero, in base alla situazione socio-sanitaria, non fosse possibile differenziare per Regioni anche la didattica delle scuole superiori?

3 È così alto il numero di docenti in isolamento fiduciario che di fatto non si fa più scuola in presenza anche laddove si sarebbe potuto continuare. Il presidente Conte ha assicurato qui alla Camera che i tamponi antigienici andranno in grandi quantità anzitutto alle scuole, così da avere risultati rapidi.

Il Governo ha già deciso quando questo avverrà e come?

4 Con l’ultimo DPCM la mascherina diventa obbligatoria anche per i bambini delle elementari, tutto il tempo, anche quando sono seduti al loro banco monoposto, ad un metro di distanza. E fino a ieri? Da settembre a oggi abbiamo mandato i nostri bimbi a scuola in… che condizioni?

Il Governo intende spiegare a tantissime famiglie quali dati giustificano questo cambio radicale?

5 Lunedì scorso questa Camera, con una risoluzione formale, ha impegnato il Governo a tenere aperte le scuole, dai nidi fino alle medie comprese, in tutti i casi dove a livello territoriale l’RT non finisse fuori controllo. Il Governo ha varato un DPCM dove taglia in due la scuola media. Autorizzando che resti aperta solo la prima media, non la seconda e la terza. Il Governo è consapevole della difficoltà che sezionare in due la scuola media comporta per chi la scuola deve ogni giorno organizzarla e farla funzionare, così come per le famiglie? Che non hanno congedi parentali per figli sopra a 12 anni; figli che fino a 14 anni non possono però essere lasciati soli a casa.

C’è un vuoto, Ministro! Come pensa il Governo di riempirlo?

6 Infine, ministro Speranza, le diverse regioni prendono colore: rosso, arancione, giallo. È un esercizio difficile, impopolare e ingrato. Abbiamo capito che ad ogni colore corrispondono possibilità ma soprattutto divieti ed un diverso livello di chiusura. La Campania non è stata dichiarata regione rossa. Ma la scuola — tutta la scuola — in Campania resta chiusa. Perché De Luca ha deciso così. Può farlo? Sa bene che è stato un DPCM precedente a permettergli di farlo.

Ma che senso ha stabilire che le scuole vanno chiuse a certe condizioni e non altre, se poi ogni regione può usare le scorciatoie che crede?

Prendetevi cura delle bambine e dei bambini della Campania e di tutta Italia. Con assoluta urgenza e priorità.

Grazie.

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Alessandro Fusacchia

Vice Presidente per l'Impatto Sociale di Translated. Curatore del Festival del Pensiero Contemporaneo (Piacenza) e della Pratolungo Unconference (Rieti).