La scuola ai tempi del DPCM

Alessandro Fusacchia
3 min readNov 2, 2020
Duilio Corompai (1876–1952), “Bambini nel bosco”

Intervento fatto alla Camera dei deputati in occasione delle comunicazioni del Presidente del Consiglio Giuseppe Conte in vista del prossimo DPCM (2 novembre 2020)

Presidente,

ho due minuti, e oltre a dichiarare il voto favorevole alla risoluzione di maggioranza, voglio parlare di una cosa sola: la scuola.

Mi lasci anzitutto dire che trovo penoso come alcuni stiano provando in queste ore a mettere gli uni contro gli altri: anziani contro giovani.

Così come trovo fuorviante e aberrante sentir dire che scuola e crescita economica sono alternative. Si leggano le ultime dichiarazioni dell’OCSE, di quanto chiudere le scuole abbia un impatto negativo anche sul PIL.

Mi lasci anche dire, Presidente, che ogni volta che qualcuno dice che dobbiamo chiudere le scuole a me torna in mente la prima ondata. Quando non le abbiamo riaperte anche quando si poteva, e se non è stato fatto è solo perché arrivava giugno.

Lei capirà che quando parliamo di chiudere le scuole a inizio novembre, è normale che a tanti vengano i brividi: la prossima estate è molto lontana.

Costruisca un modello davvero differenziato — a livello locale, non solo regionale — di misure che stringono ma anche di misure che allentano ogni volta, e in ogni luogo, in cui ciò sia possibile.

Un modello che spieghi come preserviamo la scuola intesa come “apprendimento in relazione con altri”. Un modello che consenta di rispondere alla domanda: “teniamo aperti, come?”, perché non c’è un come nel chiudere. Quando chiudi, hai chiuso.

Le lascio 4 punti concreti su cosa ritengo vada stabilito con fermezza adesso, Presidente.

1Tamponi antigenici, rapidi e veloci nelle scuole. Per studenti, docenti, presidi e tutto il personale scolastico. Serve saperlo subito se ci sono dei casi positivi. E serve ridurre le quarantene scolastiche al minimo indispensabile. Dobbiamo mettere chi va a scuola nella condizione di non rischiare, o rischiare il meno possibile. Ho apprezzato che su questo abbia dato nel suo intervento un’indicazione chiara.

2 Questione didattica in presenza vs didattica a distanza. Il sacrosanto diritto alla connessione, Presidente! Se non garantiamo questo diritto ogni altra discussione su presenza e distanza diventa inutile. Il governo verifichi subito chi è connesso e chi no. Uno studente alla volta. La risoluzione di maggioranza che stiamo per votare le chiede di fare tutto quello che serve per preservare la scuola in presenza fino alla secondaria di primo grado compresa. Lo abbiamo chiesto con forza. Anche per l’infanzia. Molto bene.

Ci aggiungo, Presidente: questa attenzione per i più piccoli non diventi l’alibi per passare automaticamente domattina al 100% di DAD per tutte le scuole superiori, in tutto il territorio nazionale. Anche una piccola percentuale in presenza continuerebbe a fare la differenza per milioni di ragazze e ragazzi.

3 La verifica sulla possibilità di connessione da remoto va estesa alla situazione generale che riguarda ogni studentessa e studente. Servono i dati. Non una fotografia, ma un monitoraggio permanente, quartiere per quartiere, scuola per scuola, classe per classe. Ci servono micro-dati per fare macro-analisi accurate. Non sto adesso parlando di dati per capire come si sviluppano i contagi. Sto parlando del male incurabile che sta colpendo tantissimi giovani, spesso bambine e bambine. In troppi sono rimasti indietro in questi mesi, continuare ad accumulare ritardo sarebbe letale. Il contrasto alla dispersione scolastica deve essere la sua priorità, Presidente. Ci serve oggi un piano di recuperi mirati.

4 Infine, va salvaguardato l’ecosistema scuola. Non c’è solo una questione di presenza o distanza. In entrambi i casi, rischiamo di perdere quel capitale di conoscenze, relazioni, progetti, patti educativi che sono ormai una parte sostanziale dei percorsi di crescita dei nostri alunni e studenti.

Non è tempo di fare qualcuno il minimo che si deve, ma di fare tutti il massimo che si può.

Grazie.

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Alessandro Fusacchia

Vice Presidente per l'Impatto Sociale di Translated. Curatore del Festival del Pensiero Contemporaneo (Piacenza) e della Pratolungo Unconference (Rieti).