Il dato è tratto. Al MIUR.

Alessandro Fusacchia
3 min readFeb 6, 2016

Da alcuni anni, i temi connessi ai Big Data hanno acquisito un ruolo centrale — in termini di analisi e decision making — per la società, le istituzioni e l’economia. Con un impatto che cresce in maniera esponenziale, considerando che non si tratta di nuova disciplina ma di una dimensione trasversale a tutti i saperi. L’Italia ha estremo bisogno di formare nuove generazioni di laureati e specializzati con competenze sulla gestione e sull’utilizzo dei Big Data. Occorre inoltre sviluppare un ragionamento sistemico per fare rete, anziché lasciare sole quelle università più lungimiranti che hanno intuito il potenziale di un investimento su questo fronte (e si stanno organizzando). Dobbiamo correre, per non restare indietro. Dobbiamo approfondire, per essere pronti ad investire.

foto presa da marketingland

Per questa ragione, il Ministero ha sentito il bisogno di promuovere una riflessione condivisa e strategica sui Big Data e sulla “data science” in generale, su quale sia l’offerta formativa a disposizione nel Paese oggi, sulla traiettoria di sviluppo più probabile per i prossimi anni, e su come l’Italia possa intercettarla e “guidarla” partendo dallo stimolo offerto dal meglio che altri Paesi stanno immaginando e organizzando a riguardo.

Il 19 novembre 2015 abbiamo acceso una miccia, con un primo appuntamento per «scaldare i motori» al MIUR. Scopo dell’incontro — cui hanno preso parte figure eclettiche varie, da professori univeristari e dirigenti pubblici 2.0 — era facilitare il confronto tra il Ministero e il sistema universitario sullo stato dell’arte dell’offerta formativa relativa ai Big Data, e individuare cosa sarebbe necessario e utile fare (così come tutti gli attori rilevanti) per sviluppare competenze utili al mercato e alle istituzioni, creando future professionalità specializzate in questo ambito. Da quell’incontro siamo usciti ancora più consapevoli dell’“urgenza” di correre in questa direzione.

Ed è per questo che abbiamo deciso di approfondire: abbiamo costituito un gruppo di lavoro, coordinato da Fabio Beltram, direttore della Scuola Normale Superiore di Pisa, e di cui fanno parte, tra gli altri, Roberto Torrini, direttore dell’ANVUR (Agenzia nazionale di valutazione del sistema universitario e della ricerca), Francesco Castanò, direttore per le tecnologie dell’informazione e della comunicazione presso l’ISTAT (Istituto nazionale di Statistica), Luca De Biase, saggista e direttore di Nòva24, Donatella Solda del team ristretto del Ministro Stefania Giannini che lavora su «La Buona Scuola», insieme ad alcuni alti dirigenti del Ministero.

Il gruppo si avvarrà della collaborazione della Conferenza dei Rettori delle Università Italiane (CRUI) guidata da Gaetano Manfredi — che fungerà da “cinghia di trasmissione” tra gli atenei e gli esperti, oltre che da collettore di buone prassi e ottime storie disseminate sul territorio italiano, dal mondo accademico a quello dell’impresa. E organizzerà audizioni grazie alle quali confrontarsi con mondi diversi (ad es. avvocati esperti di privacy, venture capitalist, amministratori locali).

Il Gruppo di lavoro parte nei prossimi giorni e lavorerà fino a maggio 2016, con l’obiettivo di predisporre un rapporto agile che restituisca i risultati dell’attività di analisi e formuli proposte specifiche. In particolare, il gruppo si occuperà di:

a) mappare, in chiave anche comparata a livello europeo e internazionale, i principali centri, universitari e non, che operano nel settore dei big data con riferimento alla formazione e costruzione di competenze;

b) identificare le possibili misure che il sistema formativo italiano potrebbe adottare per essere in linea con le migliori prassi internazionali valorizzando le proprie specificità e, ove possibile, assumere un ruolo guida in questo settore in rapida evoluzione;

c) effettuare la ricognizione delle banche dati del Ministero, relative al settore dell’istruzione scolastica, dell’università e dell’alta formazione artistica e musicale, nonché della ricerca scientifica, e proporre azioni che il MIUR potrebbe intraprendere per valorizzare le stesse e renderle strumento utile all’elaborazione di scelte di policy strategiche.

Il lavoro sarà impegnativo, ma riguarda un pezzo del futuro di ciascuno di noi. Tanto per dircelo candidamente: è anche questo ciò che un ministero (che pensa ai prossimi anni) deve fare, tra la gestione di una emergenza e l’altra.

Postilla riservata a tutti gli esperti del settore in ascolto.
Doveste avere analisi o proposte che ritenete interessati, o ancora richieste puntuali, potete inviarle all’indirizzo
segreteria.cdg@istruzione.it, mi raccomando: scrivete “Big Data” nell’oggetto! Le girerò al gruppo di lavoro.

A questo link trovate il comunicato del MIUR.

il tweet di MiurSocial

--

--

Alessandro Fusacchia

Vice Presidente per l'Impatto Sociale di Translated. Curatore del Festival del Pensiero Contemporaneo (Piacenza) e della Pratolungo Unconference (Rieti).