Dieci veloci considerazioni impolitiche sull’elezione del Presidente della Repubblica

Alessandro Fusacchia
4 min readJan 28, 2022
Mentre voto al terzo giorno.

1 Partiamo dall’ultima rilevazione. 166 voti per Mattarella, senza che nessuno l’avesse ufficialmente indicato, e anzi in aperta contravvenzione con le indicazioni di votare scheda bianca. Un fenomeno nuovo: i franchi tiratori al contrario. Se continua così, tempo qualche altra votazione e i parlamentari eleggeranno il Presidente della Repubblica mentre i leader di partito staranno ancora a rimpallarsi nomi e a negoziare. La rivincita dei trattati-da-peones. I capi impotenti.

2 Mattarella non è disponibile ad un secondo mandato. O forse sì. L’unica cosa per cui davvero non è disponibile è un secondo mandato a termine. Se lo rieleggiamo sta al Quirinale per altri sette anni. Questa inesistente eppure continuamente spettegolata possibilità ha dato coraggio a 166 grandi elettori. Un quarto di tutti quelli che hanno votato. A me piace leggerla così: Mattarella è il benchmark. È l’asticella da superare anche solo di un centimetro nel salto in alto. O ci date da votare un nome all’altezza di Mattarella, oppure perché diavolo dovremmo accontentarci?

3 Elisabetta Belloni. Sarebbe la prima donna, e per me anche il primo Presidente della Repubblica a cui darei del tu. Sarei felice per una ex collega, ho già la bozza pronta del whatsapp. Ma lo Stato vale ancora di più del selfie che ho già pronto da postare. Così io, Alessandro Fusacchia, nato a Rieti il 02/03/78, deputato alla prima legislatura, affermo solennemente che dovremmo trattenerci dall’eleggere al Quirinale chi è attualmente a capo dei servizi segreti. Sono mesi che ci dichiariamo preoccupati per il precedente che costituirebbe la rielezione dello stesso Presidente. O per il precedente che creeremmo se eleggessimo al Colle il capo del governo in carica. Ma forse non ci parevano precedenti abbastanza. Stiamo qua per fare la storia.

4 Marcello Pera. Letizia Moratti. Guido Crosetto. Anche il centrodestra sapeva che eravamo ancora nel gioco delle parti, ma gli va riconosciuto di aver fatto nomi di politici. Il centrosinistra ha proposto Andrea Riccardi di Sant’Egidio, apparentemente società civile. Ma davvero questa metà campo non ha un po’ di figure politiche altrettanto imperfette da proporre? Pur di giocarsela, Casini è restato in silenzio per mesi, ci è andato vicino, ma poi è decaduto. Intravedo un altro nome che adesso potrebbe spuntare, con maggiore fortuna. Simile per tanti aspetti. Simpatico anche a molti del centrodestra. Do un indizio: nei giorni scorsi pochissimi voti li ha presi.

5 Tra i politici chi voteresti? Abbiamo scandagliato e alla fine è uscito il nome di Marco Cappato. Un premio della critica. Marco Cappato nel 2022 è Emma Bonino del 1999, sebbene senza quello standing istituzionale europeo, senza i mesi di campagna, senza i soldi investiti allora, senza Marco Pannella. Questa affermazione sull’aggiornamento della simbologia radicale non credo piaccia né a Cappato né a Bonino. Vista da dentro, stona. Tant’è che Bonino non ha votato Cappato. Ogni radicale è radicale a modo suo. Ma vista da fuori torna, perché qui fuori sono tutti conservatori. Contarsi come opposto di contare.

6 Bruno Tabacci. Parrebbe che con gli altri colleghi iscritti al suo Centro Democratico, sin dal primo giorno abbia concordato di votare Mattarella. Solo l’ultimo dei Presidenti della Repubblica a cui dà del tu. Una stravaganza. “Istituzionalmente poco elegante”, avrebbe commentato lui intervistato sullo stesso comportamento di qualcun altro. Perché Mattarella ha detto che non vuole. Perché non si rielegge lo stesso Capo dello Stato. Eppure.

7 In Transatlantico i giornalisti chiedono ai parlamentari che chiedono ai giornalisti. I parlamentari fanno a gara per essere i primi a dare la notizia. Gli umori diventano gli unici fatti disponibili.

8 Ieri Nicolò M. mi scrive in privato su Instagram il seguente messaggio. «Salve signor Fusacchia, probabilmente non uscirà il nome del presidente della Repubblica oggi, quindi volevo chiederle se potrebbe mettere il nome “Nicolò M.” nel suo foglio le sarei molto grato e mi migliorerebbe la giornata,io nel caso la ringrazio e le auguro una buona giornata». Leggo e comincio a digitare la risposta. «Salve signor M., la p di Presidente va maiuscola». Cancello, riprovo. «Salve signor M., mi dispiace davvero ma proprio pochi minuti fa mi ha scritto il signor Cappato Marco per prenotarsi». Cancello freneticamente e mi partono i due alluci. «Almeno la cazzo di punteggiatura, signor M.». Mi ha sfinito. «Sa che le dico, signor M., ha fatto bene a chiedere. Di questi tempi». A quel punto mi arrendo. Passeranno ancora una decina di minuti prima che riesca a scrivergli che l’elezione del Capo dello Stato non è un giro alle giostre.

9 Non ho ancora citato una volta Mario Draghi. Non dico un intero punto dedicato a lui. Ma manco una citazione? Fino alla vigilia della prima votazione, tra noi deputati ci dicevamo “se Draghi non resta a Palazzo Chigi c’è lo scioglimento anticipato delle Camere”. Oggi ho fatto a voce alta il pensiero opposto. “Se Draghi non va al Quirinale c’è lo scioglimento anticipato delle Camere”. Pensieri, eh.

10 Nino Frassica. Claudio Baglioni. Amadeus. Con tutto il rispetto. Nel 1992 avevo quattordici anni. Ero a casa di mia nonna quando iniziò lo spoglio. Seguivo distrattamente, a malapena capendo che si trattava di qualcosa di importante. Ad un certo punto sentii il Presidente della Camera leggere distintamente “Maradona”. Mi girai verso mia nonna a chiedere, “ma davvero vogliamo eleggere Maradona come Presidente della Repubblica?”. Non mi sentì, continuò di schiena a lavare i piatti. Sono andato a rivedermi i verbali di quei quindici spogli che precedono la sedicesima votazione, quella in cui il Presidente della Camera che aveva letto Maradona viene eletto Presidente della Repubblica. Ma niente. Per fortuna Radio Radicale non ha perso nulla. Mi serviranno ore per riascoltare tutto, ma io Maradona lo ritroverò.

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Alessandro Fusacchia

Vice Presidente per l'Impatto Sociale di Translated. Curatore del Festival del Pensiero Contemporaneo (Piacenza) e della Pratolungo Unconference (Rieti).